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Qualche idea....

"Il patriottismo occidentale ha il torto di non essere più originale della onestà. 

Non colpisce. É dichiarato "irricevibile" da cervelli troppo pieni di notizie, di cifre, di desideri di approfittare di una avventura inafferrabile. [...] Si ha il senso delle priorità. 

Prima della Repubblica è necessario salvare la topaia. [...]

Una Patria è un pezzo brulicante di terra, un avvenire di cuidisegno Joubert si eredita il presente. Il patriottismo è una delle dimensioni provvisorie dell'amore umano. [...] 

L'edificazione della patria mondiale non guadagnerà un minuto dalla disgregazione delle comunità reali. Il patriottismo è una prova domestica di abitudine alla comunità più grande. Le patrie immediate sono dei collegamenti, indicano il campo preciso e accessibile dell'altruismo non romantico.

Non è scardinando l'uomo dal concreto che gli si insegna l'universale, ma togliendolo dal suo egoismo, proponendogli degli obblighi accessibili [...]

Il civismo suppone che si ammetta un Bene e una Salute Pubblica, la priorità di un insieme sugli interessi particolari. 

É anticivico tutto ciò che riporta le grandi comunità agli egoismi singolari e cellulari. 

Il civismo è l'altruismo in atto sulla scala di un popolo, di un Paese o di un continente. Non è un sentimento, ma un calcolo di interessi fatto dal cuore e dalla ragione. Inteso come un minimo vitale di concordia e di atti necessari alla creazione, al mantenimento e allo sviluppo di una comunità umane, è a volte una concezione di servizio e lo stesso servizio una appartenenza a una proprietà, dei doveri e dei diritti.

Prima di morire per la Patria bisogna saper vivere per essa. [...] La partecipazione [al bene comune] si paga in sudore, sangue, iniziativa e realismo".

Michel Menu, "Arte e tecnica del capo", pp.133 - 140

 

"Il nostro scopo ultimo è di far crescere, nei nostri Paesi rispettivi, uomini virili, forti nel fisico, nella mente e nello spirito; uomini cui si possa dar fiducia; uomini che possano affrontare un lavoro duro ed anche tempi duri; uomini capaci di prendere decisioni con la propria testa senza farsi trascinare da suggestioni di massa; uomini che sappiano sacrificare molto di ciò che è personale per il maggior bene della nazione. 

E, una volta fatto ciò, il loro patriottismo non deve essere ristretto, ma al contrario, la loro ampiezza di vedute deve metterli in grado di considerare con simpatia le ambizioni dei patrioti degli altri Paesi"

Baden - Powell "Discorso di chiusura alla Conferenza internazionale", 1937

 

"Risuona oggi, alta su tutto, la parola libertà; ma non un’altra che un tempo andava a questa strettamente congiunta: 

la Patria, l’amore della Patria, l’amore, per noi italiani, dell’Italia.(...)

Perché quell’amore della Patria fu non tanto pervertito quanto piuttosto soppiantato dal cosiddetto nazionalismo che accusava i suoi avversari, non già di essere "anti patriottici", ma come diceva, "antinazionali"; e tuttavia una certa confusione rimase tra i due diversi concetti e i diversi sentimenti cosicché la ripugnanza sempre crescente contro il nazionalismo si è tirata dietro una sorta di esitazione e di ritrosia a parlare di "Patria" e di "amor di Patria".

Ma se ne deve riparlare, e l’amor della Patria deve ritornare in onore appunto contro il cinico e stolido nazionalismo, perché esso non è affine al nazionalismo, ma è il suo contrario. 

Si potrebbe dire che corre tra amor di patria e nazionalismo la stessa differenza che c’è tra la gentilezza dell’amore umano per un’umana creatura e la bestiale libidine o la morbosa lussuria o l’egoistico capriccio.

L’amore di Patria è un concetto morale.

Nel segno della patria i nostri più nobili ideali e i nostri più austeri doveri prendono una forma particolare e più a noi vicina, una forma che rappresenta l’umanità tutta e attraverso alla quale si lavora effettualmente per l’umanità tutta.

Perciò se i nazionalismi aprono le fauci a divorarsi l’un l’altro, le patrie collaborano tra loro (...) 

E poiché la Patria è un’idea morale, essa ha in ciò il suo intimo legame con l’idea della libertà"

Benedetto Croce

(Quest’articolo fu chiesto nel ‘43 a Croce dai redattori dell'Italia libera, il giornale degli azionisti e antifascisti che usciva clandestinamente contro la censura e nel nome della libertà di stampa. Curiosamente, però, il foglio antifascista e libertario censurò questo articolo di Croce, non pubblicandolo)

 

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