H.P. - Inizio Sito

 

Puoi visitare anche le pagine:

In ricordo di don Nunzio

Il coraggio di essere noi stessi Un' intervista a Baffo 001 

 

Chiacchierata al fuoco di bivacco

 

 

Ricordando don Annunzio Gandolfi, propongo questo suo articolo nel quale ci parla di "racconti" e "raccontare".

Chi lo ha conosciuto, sa bene quanto Nunzio fosse convinto del valore del racconto nello scautismo, e nelle seconde branche in particolare, anche per il forte valore ed elemento di trasmissione educativo che il raccontare può avere nell'adolescenza...

Zeb

 

don Annunzio Gandolfi,

in Esperienze & Progetti n. 169

 

"Sono portato spesso a immaginare lo scautismo come una grande carovana che viaggia verso una terra lontana e meravigliosa. Tutti debbono muoversi insieme, dividersi le responsabilità e le provviste, coltivare medesimi ideali e comuni speranze, aiutarsi a vicenda e incoraggiare chi vorrebbe interrompere il viaggio a causa della stanchezza e della sfiducia o solo per il miraggio di un riposo accanto a una fresca sorgente o all’ombra di un albero apparentemente amico. 

Durante il viaggio altri si uniscono alla carovana che vedono passare, attirati forse dal fascino dell’avventura e di orizzonti lontani da conquistare oppure rispondendo all’invito di speranza che proviene sempre da chi cammina con entusiasmo verso una meta agognata. 

Per comprendere il viaggio e la carovana non basta pero guardare solo il futuro, occorre anche conoscere le ragioni della partenza e il passato di quel popolo che cammina. 

È un passato che forse ha fatto storia ed e stato ragione di vita per molti.  

Se non si conosce il percorso già compiuto dalla carovana, sarà molto difficile comprendere fino in fondo le sue motivazioni e le sue tradizioni".  

don Annunzio Gandolfi (da Go West!, Esperienze e Progetti [1])

 

Chiacchierata al fuoco di bivacco [2]

I ragazzi in età Esploratore hanno oggi interessi scarsi e molto banali. Sembra che siano privi di fantasia. disegno Pierre Joubert

La scuola media e la televisione li hanno appiattiti e resi poco sensibili agli stimoli ed alla originalità. La loro dovrebbe essere un’età d’ideali e di fantasia. 

Come potrebbero altrimenti iniziare il loro progetto per il futuro?

La scuola media, nata per esser «vocazionale», è stata costretta ad arrendersi e a portare avanti con rassegnazione una massa amorfa d’individui, piazzati sul «quasi sufficiente» politico. 

La televisione ha spiazzato il gusto della lettura e della conversazione. Sandokan e zio Zeb televisivi sono uguali per tutti e lasciano ben poco spazio alla fantasia individuale, al contrario della lettura. 

Il ragazzo che legge il libro di Salgari è costretto infatti a svegliare la sua fantasia per immaginare la figura di Sandokan, e l’ambiente in cui si muove. Personaggi e scenario vengono interpretati e personalizzati dal lettore, che si trova così ad entrare nella loro avventura.

Potremmo fare un paragone con quanto accade ad un pittore che vede con occhi suoi un paesaggio e lo dipinge in modo certamente diverso da quanto farebbe un suo collega o da come lo ritrarrebbe la macchina fotografica.

Il ragazzo che si pone di fronte al televisore percepisce invece, senza fatica, un’immagine fotografica, che non richiede un’elaborazione personale.

Sandokan televisivo è dunque uguale per tutti, con la stessa espressione, lo stesso vestito, lo stesso panorama di contorno.

Il ragazzo assiste ma non entra in quel mondo fantastico. La sua immaginazione rimane a riposo e s’isterilisce. 

Anche i sentimenti hanno ben poco da spartire con tanti spettacoli televisivi. La televisione ha arricchito l’uomo di immagini fotografiche ma lo ha impoverito di fantasia. 

Il colpo finale viene poi dalla pubblicità, diretta ed indiretta, che cattura la intelligenza e l’imbalsama.

Lo scautismo potrebbe essere un antidoto se sapesse parlare ancora al cuore ed alla fantasia, riscoprendo la sua vocazione.

Forse occorrerebbe un “restauro” che togliesse certe patine grigie ed eliminasse lo smog anticulturale. 

Bisognerebbe riportare al sole il gusto della “cultura scout” ossia una conoscenza approfondita della tecnica, del gioco, dell’espressione, del sistema delle squadriglie, della storia scout e dei suoi personaggi, tanto per fare alcuni esempi.

Riscopriamo il gioco avventuroso e il gusto dell’esplorazione di ambienti. 

Scopriamo finalmente le leggi di questa natura sempre fedele ai suoi ritmi e mutevole nei suoi spettacoli.

Aiutiamo il ragazzo e la ragazza a scoprire la realtà con cui devono misurarsi, sapendola vedere con occhi di poeta e di artista, interpretandola cioè con gioia, ottimismo, gusto del bello e dello sforzo.

Educhiamo i ragazzi alla fantasia. 

I mezzi che Io scautismo offre sono tanti ed originali: occorre però che siano usati dai capi con professionalità e... con fantasia.

Ma torniamo alla fantasia dei ragazzi. 

 

Tra i tanti mezzi per educarla si potrebbero ripescare il racconto e la lettura al fuoco di bivacco.  

Avanzando cautamente nella notte senza luna, Rafael Rodriguez svoltò dietro la casa. 

Erano le 21,30. S’aspettava di incontrare una quarantina di fuggiaschi. 

Dietro il fienile, invece, ne trovò 85. 

“Alcuni di voi non li conosco - disse alla piccola folla silenziosa - ma spero che tutti abbiate del coraggio. 

Ci vorrà una marcia di sei ore per arrivare al mare. Dovrete frazionarvi in piccoli gruppi e seguire in assoluto silenzio la guida, lo chiuderò la marcia. 

Ora nessuno può più tirarsi indietro. Sparerò contro chiunque tentasse di farlo. 

È l’unico modo per proteggerci tutti”. 

La guida s’incamminò decisa tra gli alberi...”.  

Ogni località ha le sue leggende, le sue tradizioni e le sue storie. 

Oggi c’è il gusto della loro riscoperta. 

Perché non utilizzare questo materiale al fuoco di bivacco, anche per stimolare i ragazzi a meglio comprendere l’ambiente in cui campeggiano e a sapersi inserire in esso?

Lo scautismo internazionale, italiano e locale, ha una sua storia e i suoi personaggi. 

Perché non rievocare queste notizie, tanto utili anche per suscitare un certo orgoglio di appartenere al movimento e per presentare degli esempi? 

Ci sono poi personaggi del mondo dell’avventura o del servizio che potrebbero esser «raccontati». disegno da "L'Esploratore", ASCI anni '50

Basterebbe prendere in mano i fascicoli della collana «eroi» dell’Elle di Ci. per rendersene conto.

Anche le ricorrenze storiche possono suggerire dei temi.

Quest’anno, per esempio, il campo potrebbe essere una bella occasione per raccontare la vita di San Francesco e quella di Baden-Powell.

E, tanto per rinfrescarci le idee, perché non proviamo a riprendere in mano quel libro che si chiama “Scautismo per ragazzi”. 

Il nostro caro vecchietto lo ha diviso - guarda caso - in “chiacchierate al fuoco di bivacco”, infiocchettandolo di episodi e personaggi che stimolano l’interesse e la fantasia.

Il capo deve essere anche un “mago” del racconto.

  Questo scritto è stato pubblicato su:

Ringraziando Attilio Gardini - Boa Impetuoso, per avermi inviato la scansione di questi due testi, 

pubblicati sulla rivista del Centro Studi ed Esperienze Scout Baden - Powell, "Esperienze e Progetti". 

Vi invito a visitare il sito web del Centro studi e a meglio conoscere (se già non la conoscete) la rivista... magari per abbonarvi alla utilissima versione cartacea:

http://www.baden-powell.it/ep/home.htm

 


[1]don Annunzio Gandolfi, da Esperienze e Progetti, n. 54, p. 32

[2] don Annunzio Gandolfi da Esperienze e Progetti, n. 39-40, p. 169

INIZIO SITO