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 LA CRISI DELLA

BRANCA ESPLORATORI - GUIDE

 ...L'AGESCI, e in particolare le sue branche Esploratori /manifesto, disegno di Joubert Guide, e Rover / Scolte, sono attraversate in questi ultimi anni da un certo "malessere", evidenziato dalle perdite dei censiti, e dalle "indagini" che spiegano le motivazioni della "disaffezione" di alcuni ragazzi e ragazze.

Non faccio più parte di questa Associazione, ma leggendo i dati e le analisi pubblicate non ho potuto certo gioirne, ...per lo scautismo in generale, e per gli amici capi che ne fanno parte e cercano di proporre e far vivere (con diverse difficoltà ed ostacoli) uno scautismo il più possibile genuino e vivace. Non posso che provare un certo dispiacere nel sapere che qualcosa "non funziona più" in questa associazione scout.

Scrivo queste MIE riflessioni non con spirito polemico, ma per dare un modesto e umile contributo ad una riflessione più seria ed ampia.

Una sintetica analisi della "crisi" viene offerta negli atti di preparazione al "Consiglio Generale 2001" (in "Scout", Agesci,  febbraio 2001, pp.12-14, vedi in allegato), Consiglio che si è tenuto proprio in questi giorni a Bracciano (dal 28 Aprile al 1° Maggio)... Chissà cosa si sarà potuto o saputo definire sui prati di Bracciano: io, però, molto "semplicisticamente", pur non avendo la necessaria autorità, proverò ad elencare sinteticamente alcune possibili risposte... al disagio delle branche (in particolare E/G); alcune di queste "idee" le avevo già esposte in uno scritto pubblicato nel 1998 (in "Scout - Proposta Educativa" n 6, Dicembre 1998 - vedi in allegato -: non è per vanità che mi "auto cito", ma perché sono in buona parte ancora convinto di quanto scritto allora...).

In primo luogo bisognerebbe - ritengo - rimettere in discussione alcuni "dogmi associativi" per poter vivere e proporre in modo integrale (e allegramente) lo scautismo:

 - Assemblearismo

- "Interbranchismo"  (sostanziale svuotamento delle competenze e delle specificità delle strutture delle singole branche)

Ridando giusto rilievo a

   - Competenza (al servizio del prossimo)

  - Spirito e stile Scout (costruito sulla Promessa e sulla Legge scout).

 In particolare, bisognerebbe tornare (alla base ed ai vertici associativi) ai punti base ideati da B.-P.,  sinteticamente evidenziati da  Michel Menu (in "Arte e tecnica del capo", ed Ancora):

"Baden - Powel ha pensato che i

5 SCOPI dello Scautismo:

- Salute

- Personalità,

- Senso del concreto,

- Senso di Dio,

- Spirito di Servizio,

possono esercitarsi in un campo pedagogico con

 5 DIMENSIONI:

- La natura e il campo,

- La squadriglia,

- La regola del gioco,

- Il civismo,

- L'impegno e la Promessa, arrivando per i cristiani fino all'impegno missionario.

Grazie a 5 MOTORI,

di cui l'insieme costituisce un metodo:

- Interesse,

- Azione,

- Responsabilità,

- Sistema di Squadriglia,

- Corte d'Onore e Consiglio dei Capi".

 

 Pare quasi che oggi, ...dopo averne tagliato le radici..., ci si lagni perché la pianta avvizzisce...

Empiricamente, ho spesso constato che nella branca E/G continua a pagare (anche in termini di "tenuta" numerica nelle Unità) una proposta fantasiosamente e gioiosamente rigorosa. Ma perché questo possa avvenire, solitamente è necessario che il capo reparto "sia andato a bottega" da un capo esperto e qualificato (uno "scout master") e / o abbia svolto un'azione di ricerca e studio (anche su testi difficilmente trovabili, come quelli dello scautismo cattolico anni '60...)..., e magari che abbia potuto vivere da esploratore in un "repartino come si deve" .

In alternativa, un capo dovrebbe trovare (e ritengo che attualmente non possa trovare) strumenti concreti e non "astratte teorie": norme direttive di Branca maneggevoli e chiare, "manualetti" pratici (con "prove" di Tappa strutturate e concrete da poter mettere "in mano" ai ragazzi, perché le possano "superare" con un certo protagonismo nelle attività), campi scuola "concreta palestra" di formazione capi, stampa periodica e non periodica con idee e proposte specifiche per branca, ecc...

Allora, in particolare...

Se ad «...un grande desiderio di giocarsi nelle attività all’aria aperta (80% degli E/G nell’Indagine calo dei censiti) fa però riscontro una realtà di esperienze di vita di reparto piuttosto delu­dente» ("Scout", Febbraio 2001, pp. 12-14, cit.):

- Riprendere in mano, e rileggere con intelligente attenzione, i testi base ("Scautismo per ragazzi", "Il Libro dei capi", ed altri classici quali "Tappe" ed "Arte e tecnica del capo"...).

- Riscoprire il senso dello scouting nei campi scuola, in squadriglia, in reparto, al campo..., per poter vivere realmente le avventure all'aria aperta...

- Rivedere l'impostazione del "Sentiero" (le Tappe), rilanciando le "prove di tappa" secondo l'impostazione ideata da B.-P. (non in chiave scolastica, ma inserendole nella vita del reparto e della squadriglia...).

- Valorizzare di conseguenza la dimensione di squadriglia.

Se si deve sviluppare «il dialogo con la Formazione Capi per la formazione al metodo, un passaggio essenziale e imprescindibile per controbilanciare il forte turn over dei capi ed un trapasso nozioni a tutti i livelli in difficoltà» ("Scout", cit.):

- Superare la logica "inter branca", ridando spessore e valore ad una specifica, concreta e pratica proposta metodologica nei campi di 1° e 2° tempo.

- Rivitalizzare concretamente la specificità del metodo E/G ai capi (sulla stampa, nella formazione capi, ecc.).

- Superare una certa logica "pseudo democratica" ("assemblearismo") anche nelle strutture dei capi, perché  possa prevalere esperienza e competenza sulla logica del "una testa un voto".

Se «emerge [...] una carenza importante di protagonismo da parte dei ragazzi, sempre più guidati e controllati dai capi [...]con i ragaz­zi privi di occasioni di reale avventura in cui sperimentare se stes­si e le proprie competenze, con reparti nei quali la verticalità [...] perde gran parte del suo valore a fronte di una deresponsabilizzazione crescente e del tutti fanno tutto».

- Far riscoprire, riproporre, vivere importanti strumenti del metodo oggi accantonati: Consiglio capi, Corte d'Onore...

- "prove di Tappa" da superare - vivere concretamente (e da protagonisti) nelle attività.

- Nelle unità monosessuate (parallele, separate, ecc.), seri psicologi e pedagogisti possono spiegarci che è "più semplice" per gli adolescenti, più "facile" (ma anche per i capi) vivere con disegno Joubertmaggiore protagonismo e serenità uno scautismo avventuroso e responsabilizzante...

... Ho voluto dire la mia, basando queste riflessioni sull'esperienza personale e su alcuni "concetti" scout tradizionali... Forse è tutto troppo semplice..., oppure lontano dalla realtà... Eppure...

..."Se un uomo perde qualcosa e torna indietro e la cerca attentamente, la troverà..." (detto pellerossa, in "Voci indiane del Nord America")

Buona Caccia!

Beppe Agosta

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