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Le radici Cristiane dell'Europa

"Pensate alle generazioni di uomini che si succedono da millenni sopra a questo territorio, che fu per lungo tempo uno dei più popolati del mondo.

Pensate alla storia, ai drammi come alle glorie, alle lacerazioni rovinose come alle creazioni geniali, agli scambi fecondi all´interno e all´esterno delle frontiere continentali.

E in tutte queste ricchezze di sapere e di saper fare, di pensiero e di lavoro, di esistenze individuali e collettive ... quanto peso di umanità!" 

Padre Edmond Barbotin (già Consigliere Spirituale UIGSE - FSE), 

"L´Europa e le sue radici"

 

L'Europa è un albero..

La Bandiera Europea

 

Idee raccolte da

Beppe A.

“Domandarsi che cosa sarà l’Europa domani, o che cosa sia oggi,

significa domandarsi come l’Europa è diventata ciò che è”.

                                   Hans Gorge Gadamer, “L’Eredità dell’Europa”

 

Pur a distanza di qualche anno dall’aspro dibattito sulla cosiddetta “Costituzione Europea”, conclusosi come tutti probabilmente ricorderemo, è importante per un capo scout  “domandarsi come l’Europa è diventata ciò che è”.

La nostra è un’Associazione [Italiana delle Guide e Scouts d'Europa cattolici] che «s'impegna ad educare ad una visione europea»[1]: 

allora, se non vogliamo ridurre ad uno slogan il nostro civismo europeo, una azione educativa cristiana ed europeista richiede la costante ricerca di  concrete risposte a questi interrogativi.

Certamente l’Europa è una “nozione dai molti volti”, e la stessa idea d’Europa si è andata evolvendo e definendo nei secoli, dalle lontane origini mitologiche, attraversando  la cristianità medioevale, l'“ancien régime” assediata dall’espansione turca, riemergendo con l'ideale federalista e gli inizi di un processo di unificazione dopo le carneficine delle Guerre Mondiali del Secolo XX..  

La nostra Associazione si propone  di mettere  « il dinamismo della proposta educativa scout al servizio della costruzione dell'Europa, al di là delle barriere nazionali, così che si possa realizzare il «destino dei popoli ... in maniera migliore, secondo la profonda identità e per il bene di tutti ... nel rispetto delle diverse correnti di civilizzazione e delle competenze proprie della società civile».[2]  

Se come capi scout desideriamo portare il nostro contributo per cercare di “rifare l’Europa cristiana”, dobbiamo aiutare i giovani a scoprire che l’Europa non può essere solo quella delle banche e del libero mercato ma un’entità storica, culturale e spirituale, ancora viva, perché «non si tagliano le radici dalle quali si è nati».[3] 

L'Europa deve ritrovare se stessa, le sue energie migliori, una morale condivisa e, umilmente ma concretamente, la nostra Federazione dello Scautismo Europeo -nella fedeltà alla sua particolare vocazione e storia- può contribuire attivamente a rispondere a questi richiami.[4]

Anche nella concreta azione educativa possiamo riaffermare che «non possiamo non dirci cristiani».[5] 

Non possiamo ignorare che i valori fondamentali di libertà, di giustizia, di eguaglianza, il rispetto dei diritti umani, il concetto di  persona e della sua inviolabilità…, ai quali vuole richiamarsi l’Europa di oggi, trovano la loro ispirazione nel Cristianesimo.

Ed è sto innanzitutto il Papa Giovanni Paolo II, ed oggi Benedetto XVI, a ricordare come il Cristianesimo abbia «plasmato la cultura del continente e si sia intrecciato in modo inestricabile con la sua storia …e, pur nella divisione …, il ruolo del cristianesimo ha continuato ad essere di non scarso rilievo»[6] sino ad oggi.

Si è discusso e ironizzato sul possibile preambolo alla “Costituzione europea” e le comuni “radici cristiane”, ma è vero anche che non sono molti quelli che  sanno quanto sia decisamente cristiano - invece - il simbolismo rappresentato dalla Bandiere dalle dodici stelle…!

Fa sorridere sapere che la bandiera europea, prevista proprio dalla laica “Costituzione”,  altro non è - secondo la confessione del suo inventore Arsène Heitz - che la corona di stelle della Beata Vergine Immacolata, come descritta nell’Apocalisse.

Il pittore che vinse il concorso per il disegno del vessillo comunitario, si ispirò infatti all’immaginetta che portava al collo, la “Medaglia miracolosa” coniata dopo le apparizioni della Vergine Maria a Parigi, nel 1830, a Santa Caterina Labouré, nell’anno della seconda rivoluzione francese.

 

Giovanni Paolo II,
Discorso ai partecipanti al Simposio pre-sinodale,
1991.

«La cultura europea non potrebbe essere compresa fuori dal riferimento al Cristianesimo:

il Vangelo ne costituisce un fondamento, il Vangelo che è stato instancabilmente proclamato e intensamente vissuto per venti secoli da intrepidi apostoli e innumerevoli fedeli.

Plasmata dalla Parola vivificante di Dio, l'Europa ha svolto nella storia del mondo un ruolo unico, e la sua cultura ha fortemente contribuito al progresso dell'umanità.

Il dinamismo della fede cristiana ha suscitato, nella cultura europea, una creatività straordinaria.

La storia del mondo è ricca di civiltà scomparse, di culture brillanti il cui splendore si è da tempo estinto, mentre la cultura europea si è continuamente rinnovata e arricchita in un dialogo talvolta scomodo, spesso conflittuale, ma sempre fecondo con il Vangelo: questo stesso dialogo è fondamento della cultura europea.

Oggi, dinanzi alla moltiplicazione di correnti intellettuali, alla diversità di concezione della vocazione dell'uomo e anche alle delusioni di innumerevoli contemporanei, è importante che il dialogo prosegua nella chiarezza e nel mutuo rispetto tra i discepoli di Cristo e i loro fratelli e sorelle di altre convinzioni.

Ricco mosaico dalle linee armoniose, l'Europa culturale, come sappiamo, è anteriore all'Europa politica ed economica che attualmente è più al centro dell'attenzione.

Oggi si presenta una nuova Europa, liberata dalle oppressioni ideologiche, ma che affronta molte difficoltà ed è minacciata da tutto quello che le nostre società hanno di meno umano.

Occorrerà discernere meglio i fondamenti culturali di questo rinascimento.

Gli interventi politici ed economici, per quanto necessari, non sono sufficienti a guarire l'Europeo ferito, culturalmente reso più fragile e indifeso.

Egli non ritroverà il suo equilibrio e il suo vigore se non nella misura in cui rinnoverà, con le sue radici profonde, le sue radici cristiane.

L'Europa, diceva Goethe, è nata in pellegrinaggio e il Cristianesimo è la sua lingua materna».

 

 

 

 

 

 

"L'Esploratore" - ASCI, 1969

 



[1] Ass. Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici - FSE, Statuto e Norme Direttive: I Fondamenti dell’Associazione” – “I Principi sui quali si basa l’Associazione”

[2] Ivi, Statuto e Norme Direttive: I Fondamenti dell’Associazione” – “I Principi sui quali si basa l’Associazione”

[3] Durante l’Angelus del 20 Giugno 2004, il Papa Giovanni Paolo II ha così criticato la mancata menzione delle radici cristiane nella Costituzione europea, e parlando nella lingua natale ha riservando il riferimento ai soli ai polacchi: «Ringrazio la Polonia - ha detto il Papa salutando un gruppo di suoi connazionali radunati in piazza san Pietro per l'Angelus - che nelle istituzioni europee ha difeso fedelmente le radici cristiane del nostro continente, dalle quali è cresciuta la cultura e il progresso civile dei nostri tempi. Non si tagliano le radici dalle quali si è nati».

[4] Cit., Statuto e Norme Direttive: I Fondamenti dell’Associazione” – “I Principi sui quali si basa l’Associazione”: « In quanto aderente alla Federazione dello Scoutismo Europeo, l'Associazione s'impegna a sviluppare uno stretto legame con le varie Associazioni Scout europee - sia tra i giovani sia tra i Capi - nelle forme più idonee. Ciò nella convinzione che il futuro dell'Europa sia nell'unità profonda e consapevole di tutti i cittadini, basata stilla coscienza della comune identità morale, culturale e sociale, che ha sempre intrecciato i destini dei suoi popoli e che si caratterizza soprattutto per una comune concezione della persona e della sua dignità, riconoscendo il ruolo che il Cristianesimo ha svolto e svolge nel dare un volto all'Europa, allo sviluppo e alla cultura, «formando nel più profondo l'anima dei suoi popoli», nonché nella sua intrinseca capacità d'aiutare le genti a realizzare il loro destino nel modo migliore.»

[5] In un celebre articolo del 1942, “Perché non possiamo non dirci cristiani”, Benedetto Croce affermava: «Il cristianesimo è stata la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuto…..Essa operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale conferendo risalto all’intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fin allora era mancata all’umanità .Gli uomini, i geni, gli eroi che furono innanzi al cristianesimo, compirono azioni stupende, opere bellissime e ci trasmisero un ricchissimo tesoro di forme, di pensieri e di esperienze ma in tutti esse si desidera quel proprio accento che noi accomuna e affratella e  che il cristianesimo ha dato, esso solo, alla vita umana».

[6] Così il pontefice Giovanni Paolo II, nell’Esortazione Apostolica del 28 giugno 2003: Il Cristianesimo «ha plasmato la cultura del continente e si è intrecciato in modo inestricabile con la sua storia al punto che questa non sarebbe comprensibile se non si facesse riferimento alle vicende che hanno caratterizzato prima il grande periodo dell’evangelizzazione e, poi, i lunghi secoli in cui il cristianesimo, pur nella divisione tra  Oriente ed Occidente, si è affermato come la religione degli europei. Anche nel periodo moderno, quando l’unità religiosa si è andata frantumando sia per le ulteriori divisioni intercorse tra i cristiani (vedi la lacerazione prodotta dalla Riforma protestante), sia per i processi di distacco della cultura dall’orizzonte della fede (vedi la stagione dell’Illuminismo), il ruolo del cristianesimo ha continuato ad essere di non scarso rilievo».

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