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Lo Scautismo per ragazzi...

                                                                un'avventura d'uomini

Michel Menu,

da "Art et Technique du Scoutmestre"

 

«Con uno strumento così artigianale come lo Scautismo si opera sull'uomo, su qualche uomo, con una reale efficacia. Un Capo scout che assume la responsabilità di un riparto, può essere certo che, per miliardesimi, la sorte del mondo è, per un istante, nelle sue mani. Ma, il miliardesimo, nel campo scientifico, è già enorme!  Nell'istante che si eleva uno dei futuri costruttori, non è l'umanità tutta intera che si mette in ascensione? E non è l'umanità tutta intera che si rischiara [éclaire] quando gli si affida un ... illuminatore [éclaireur, -esploratore] ?

L'educazione è la più pura, la più utile, la più futurista vocazione.

Istruire, è chiaro, non basta. Mostrare non basta più. Orientare ancor meno. Non si può educare che vivendo, ed è in questo senso che lo Scautismo è uno dei metodi più efficaci dell'educazione, oggi.  [...] 

Il metodo è vivo, senza pretese illimitate, senza modestia ipocrita. [...]

Teorema: Un ingegnere, sposato, padre di famiglia, a 27 anni, non può  essere facilmente, da solo, Capo scout. Due ingegneri di 27 anni, sposati, padri di famiglia, possono costituire un'eccellente direzione di unità...  [...] 

Ma esistono questi uomini? Sicuramente. [...] Molti uomini hanno, senza saperlo, una vocazione di capo.

Io parlo di uomini di 25 / 30 anni e anche di più, restati ancora abbastanza giovani per comprendere le aspirazioni segrete di un ragazzo [di un Daniele] e abbastanza maturi per destare ... la lucidità. [...]

Tre criteri li aiuteranno a discernere se hanno una vocazione di Capo.

* Il primo è sine qua non. Chi non l'ha può astenersi.

E' una attitudine... all'amore! All'amore per la vita in fiore, all'amore per i giovani. Non dei giovani considerati come una massa sociologica, ma dei giovani in carne e ossa che passano, con le loro angosce davanti la nostra porta, e che è sufficiente  un batter d'occhio o un calcio nel sedere perché s'impegnino per uscire dalla loro impasse,  guadagnando un posto nel grande gioco della vita.

* Poi, bisogna possedere allo stato naturale, o mettere a punto rapidamente, un senso concreto radicale. Ignorare l'agricoltura non impedisce di diventare Capo scout, a condizione, tuttavia, che non si cominci a "tirare" le margherite per farle sbocciare.

Un educatore concreto non è un uomo "elettrico" ma è paziente, sa che ci vogliono cinque o sei anni per percorrere l'adolescenza e che bisogna, durante questo tempo, sarchiare e innaffiare, attendere e, qualche volta, potare, prima che il frutto compaia. [...]

* Infine, per divenire un Capo efficace, bisogna amare lo Scautismo come altri amano la caccia o il tennis, con una certa passione. In seguito, forse alla fine, ci si inizia al Metodo. Un nulla.

I ragazzi destano a 500 m. la "buon‘ anima che vuol loro bene", ma alla quale fa paura la vista di un'ascia o di una bussola, o campeggiare senza una donna. 

Si trovano, certo, dei capi scout che si impegnano nello scautismo per devozione. 

É commovente! 

Io ne ho conosciuti che facevano prova di uno "spirito di sacrificio esemplare", come quelle infermiere che per pietà sposano il loro malato. Ma, bisogna dirlo, le vocazioni per passione sono meno faticose delle vocazioni eroiche.

Gli scout non hanno bisogno di mentori, di pedagoghi paternalisti, di adulti devoti che prendono precauzioni. 

Essi vogliono con sé Scout adulti che credano alla Parola d'Onore, che sappiano tramutarsi, cambiare modo di fare ed atmosfera, mettersi alla prova, amministrare l'humor...

Al di fuori di questo, un uomo può misurare 1,60 e 1, 90, pesare 70 o 100 chili, essere miope più di una talpa e ...cantare stonato, se egli riunisce questi criteri [di capo scout], forse anche allo stato virtuale, è marcato da un buon segno. 

Tra i 20 o i 50 anni, si può essere un buon capo scout perfettamente operativo!

Lo scautismo ha, in effetti, bisogni di uomini istruiti dalla vita, degli uomini ai quali un mestiere ha dato fiducia e giudizio, degli uomini che l'amore di una sposa ha fatto sbocciare... e la paternità reso maturi.

Migliaia di uomini esitanti sarebbero dei Capi efficienti se venissero, almeno una volta, a vedere come vanno le cose da noi. [...]

Si studiano enormi sistemi di formazione, qualche volta, nei nostri Movimenti, per dare ai nostri quadri  qualità e competenze che solo dona la vita o la responsabilità reale. 

Si insegna in "sessioni" una psicologia che solo la vita permette di comprendere. [...] 

Come capita allora che manchiamo di capi? [..]

Questi uomini sono vittime di un virus senilizzante. Mettere lo zaino in spalla a 25 anni sembra loro uno sforzo sovrumano. Essi passeggiano in abiti eleganti per le strade della loro città, ma il loro abito è già il loro lenzuolo mortuario. L'avventura per loro è terminata. [...]

Perdono la fede a 25 anni? Sì, perdono la fede cristiana! il messaggio di Cristo non brucia più le loro labbra, le loro mani, il loro cuore. [...]

Due ingegneri di 27 anni... possono trascorrere il loro tempo a felicitarsi reciprocamente sul rivestimento scozzese delle poltrone dei loro club, sulle velocità comparate delle loro automobili, lo charme indiscutibile delle loro spose; possono dissertare, per ore, sulla evoluzione della Chiesa o della loro fabbrica di nylon, sulle zanzare della Camargue o le piacevolezze della Costa Brava... Riservando l’apostolato attivo all’età dell’inesperienza, essi mostrano ciò che si attendono in realtà. 

Limitandosi ad una morale dell'esempio (e quale esempio!), si lascia al tempo e al caso la cure di fare il resto, confondendo l’evangelizzazione con l’azione sociale o la morale naturale [...].

Sicuramente, i cristiani non devono trasformarsi in acrobati per salvare il mondo. 

É nel loro lavoro, al loro posto, nel loro quartiere, la loro parrocchia, vivendo la vita degli uomini, che essi diffondono il messaggio. Ma l’azione diretta sull'uomo in fiore non deve essere trascurata.  Non è totalmente la mancanza di tempo o di denaro che priva migliaia di ragazzi di Capi scout, ma una sorta di torpore letargico che si impadronisce dell'uomo quando, invece di coltivare concretamente le potenzialità della sua età, egli resta seduto.

Sembra che se ne possa, pero, guarire.

Si guarisce da questo virus, se si evita la facile confusione fra l'amore coniugale e i suoi sviluppi. 

Si immagina troppo in fretta, in effetti, la facoltà di amare come un dono istantaneo donato dalla sorte o dalla grazia. Da conservare al riparo dall'aria. 

La crescita, la profondità, lo splendore dell'amore non è dissociabile dall'esercizio permanente del dono gratuito.

Ad un uomo occorrono il mare, l'aria, il vento, l'avventura, cioè delle responsabilità delle imprese, delle riuscite, delle creazioni. Tutto ciò occorre per restare giovane.

Alla moglie occorre un uomo giovane. 

É sul posto della vita, sul posto del villaggio, sul posto della Chiesa che si costruisce, solido, il focolare. Ai due sposi, che sono una cosa sola, serve la porta aperta, le mani aperte, il cuore aperto. 

Questo vuol dire "insieme". E quando si guardano hanno una  ragione di essere felici che non stinge con i capelli. [...]

Nello spazio iniziatico che è un Riparto scout, a qualche distanza dalla famiglia o dalla scuola, gli adolescenti hanno bisogno di un uomo da amare! Liberamente, per scelta. Hanno bisogno di un uomo maturo  che ama lo scauting, e che lo faccia amare per contagio, di un uomo che, amando la Legge scout, la faccia amare ai ragazzi come una Legge d'uomo completo.

In una bella sera di un'uscita di Riparto di Pentecoste, arriva alla veglia dei suoi scout con una giovane donna al suo fianco. É bruna e un po' impacciata.

"Essi" la guardano come un'apparizione.

Le vogliono subito bene. Essi vogliono bene a colei che  "presta" loro quest'uomo.

Essi sono fieri d'avere per capo un uomo che l'invita a vivere la sua vita d'uomo felice. Niente è più comunicativo, in realtà, del buon umore. Quando lo si avvicina allo "stato vivo" non si tarda a scoprire la sorgente in Colui che, solo, può trasformare i nostri pesi mortali in grazia di resurrezione.

Non è forse il fine supremo di tutte le nostre attività scout quello di comunicare a quelli che devono diventare dei "portatori di luce" questa Fede che ne farà degli Esploratori autentici? [Eclaireures: esploratori - illuminatori]  [...]

* * *

E se non bastasse a risvegliarvi, capi adulti senza fiducia in voi stessi, costruttori con le mani in tasca, attori che prendete aria nel retroscena, ecco uno "stimolate radicale":

Non molto lontano dal Monte Tabor, poco tempo dopo la Trasfigurazione, all'indomani del giorno in cui Gesù annuncia la sua Passione, in pieno periodo di grandi Rivelazioni, ecco che nasce fra gli Apostoli una discussione serrata per sapere chi di loro sarà il più grande nel Regno di Dio.

Allora, Colui che ama la vita (e come non potrebbe amarla Lui che è ....la Vita), stanco delle nostre classificazioni rampanti, allunga le braccia verso un piccolo giudeo, senza dubbio sudicio, ma innocente, lo tira per il vestito, dolcemente, per averlo davanti a Sé ...come per una consacrazione.  

È nel grande silenzio la sua Parola proclama che

"questo bambino è il più grande nel regno dei cieli..."

E perché questa chiarificazione sia più esplicita e si fissi nella nostra memoria fino alla fine dei tempi, annuncia:

"Chiunque fa qualcosa ad uno di questi fanciulli a causa mia, lo fa a Me"

* * *

Quando questo è entrato nel profondo del cuore, non fosse che una volta, si resta giovani... almeno fino a 50 anni e Capo per molto tempo.

(di Michel Menu: Adattato e integrato

dall'edizione italiana Ancora 1969, pp 444- 452 di "Arte e tecnica del capo",

e dall'edizione francese Deachaux et Niestlé 1990, pp. 297-301 di

"Art et Tecnhique du Scoutmestre")

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