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"...Vorrei rifare la 

Promessa"

 

A cena con amici sere fa si parlava di scout; Carlo e Franco lo erano stati anche loro. Ora non più, come me deldal Calendario FSE 1985 resto.

La Promessa: ognuno pensava a quando l’aveva fatta, a quel periodo, si ricordava, si scherzava. Il discorso finì lì.

Poi mentre tornavo a casa, tutte quelle cose mi rimuginavano dentro: esiste, mi chiedevo, al di là della Promessa, anni dopo, qualcosa di impalpabile che rimane in noi? Qual­cosa al di fuori degli anni passati nella vita scout?

Certamente allora era molto bello: 

la mia divisa nuova, le tende al tramonto, tante care persone che ora sono lontane o addirittura non ci sono più, la mia emozione di piede te­nero una cosa così semplice, così forte.

Dodici anni fa, in fondo non sono poi tanti: 

scout una volta, scout per sempre. 

E no! Non era mica un giuramento: era una promessa.

Promettere significa ben altro. 

Fare del nostro meglio, cercare di mettercela tutta per rispettare, mantenere fede ad un qualcosa che non sono sol­tanto i dieci punti imparati a memoria per quel giorno.

Già so quello che direte a questo punto: il solito fervori­no del solito nostalgico. No, no, vi sbagliate proprio. Io non sono più scout e poi queste cose non le volevo scrivere.

Eppure basta chiedere a me stesso: 

l’hai mantenuta anzi, ed è qua che è difficile, la mantieni quella promessa?

Allora a tredici anni era bel­lo promettere. 

Ora no, ora è difficile, tra compromessi e fal­si pudori, tutti presi da quella noia ridicola, da quel timore assurdo per le cose belle.

La dovrei rifare a venticin­que anni la Promessa.

E la farei uguale. Di fronte alle cose di ogni giorno, a ciò che mi circonda ora. 

Trovare in quelle parole la forza di andare avanti, con l’allegria e il coraggio dei quindici anni. In ufficio quando è più duro il lavoro e quel contratto non so­no riuscito a farlo firmare al nuovo cliente. Quando la testa scoppia e mamma sta male e papà è stanco dopo trenta anni di lavoro e tutto è nero attorno.

Quando è facile essere derisi affermando che Cristo e stato il più grande rivoluzionario della storia. Quando lo spirito di povertà non esiste più ed è forte il desiderio di comprarsi l’auto nuova. Nelle piccole e grandi cose di ogni giorno.

Quando solo con me stesso penso alla mia futura famiglia, al suo valore, quando mi spaventa l’idea di avere dei figli e di  tirarli su bene, e poi guardando mio nipote con le dita imbrattate di pastelli, che mi dice: «guarda ho disegnato un albero!» ed è solo una macchia di verde, provo una grande gio­ia e ringrazio Dio di avermi creato.

Ecco in ogni attimo della nostra vita c'è una promessa, c'è uno sforzo non importa se sempre mantenuto. 

In ogni giorno un giorno scout dovunque, sempre, al di là delle divise  al di là di una associazione, al di là dei livelli, al di là dei capi. 

La promessa è una strada, quasi mai comoda. E ciò aumenta più si va avanti  con gli anni. 

L’avventura che una volta cercavamo nei boschi e per i monti è ogni giorno nella casa, nelle strade, al lavoro, tra la gente. 

calendario ASCI 1955La promessa è ogni mat­tino anche quando la bocca è amara, e andrebbe di sdraiarsi a terra e di lasciare che pensino gli altri. Anche quando il muro della incomprensione sembra troppo grande da superare.   

G.S., da "L'Esploratore" 

(rivista ASCI per gli Esploratori), n.4, Aprile 1972 

"La Promessa è una forza"

"..e misero la firma"- di B.-P. "per mantenere la Promessa"

 

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