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Cominciamo con i nodi...

Da "L'Esploratore"(rivista per gli esploratori dell' ASCI)  n.5, Maggio 1972

   Cognome: Bonelli

  Nome: Giannandrea

  Incarico: C. Sq. Leoni

  Specialità: PENNESE, segnalatore, pioniere, PENNESE, artigiano, campeggiatore, PENNESE, ecc. ecc., PENNESE, ecc. ecc.

   «Cominciamo con i nodi», così Giannandrea (per i suoi squadriglieri Giandrea) iniziava sempre l’adunanza della squadriglia Leoni.

 Era uno di quei Ciessequ «tecnici», e le numerose specialità di cui si fregiava stavano a dimostrarlo.

 Ogni novizio che gli capitava tra le mani, assegnato alla sua squadriglia, diventava in breve tempo un prodotto finito di quella matrice, comune a tutti i componenti della sq. Leoni, che era Giandrea il Ciessequ.

«Cominciamo con i nodi», era il suo grido di battaglia ed il suo biglietto da visita.

  Ne sapeva fare 103 con due mani e con una sola, con gli occhi bendati, con le mani dietro le spalle; sfidava tutti nella gara in velocità ed in precisione.

 E che dire dell’estetica?

Le sue piombature e cimature avrebbero fatto fare bella figura ad un mozzo già esperto, e per quanto riguarda, le legature... beh! Lo si poteva capire dagli alzabandiera di 25 metri in cui alle giunzioni non trovavi un chiodo o un bullone neanche a controllarle con un cercamine.

  Era la gloria di Cesare il C.R. (Capo Riparto per gli inesperti). Per Cesare avere la sq. Leo­ni significava ricevere elogi dai «pezzi grossi» con la striscetta viola o arancione e financo azzurra; significava vincere i San Giorgi e i ricchi premi per le prove tecniche; significava sentirsi dire: «ma che riparto in gamba, e che bravo C.R.!».

  Ma poi Cesare abbandonò tutto.

Perché?

  Ma,... tante cose: la tesi di laurea, la ragazza, il poco tempo a disposizione e... tante cose come vi dicevo.

  Al suo posto venne Giovanni e fu il momento del lancio dei «nuovi sentieri» [nell'ASCI il passaggio dalle 2 Classi, e relative prove, ai 5 Livelli], dell'«impresa permanente», dei «livelli».

  La parte tecnica, pur restando una cosa importante, passo pian piano in seconda linea.

  Si cominciò a discutere in riparto sull’ecologia, sulla giustizia, sulla libertà, e... Giandrea capitombolò.

Lui, il superesperto, si trovò soppiantato da Marcellino, il suo terzo di squadriglia, che fino allora era restato anonimo nel mazzo.

Giandrea provò e riprovò, ma l’autorità di Ciessequ cominciò a declinare ed a piegarsi sempre di più verso Marcellino.

Ormai le attività puramente tecniche diminuivano e le rimanenti avevano sempre uno scopo: riparare la cassa-panca all’Annuccia, fare un piano a scivolo al sor Giuseppe affinché con la sedia a rotelle potesse scendere da solo sul ballatoio...

  E i nodi?

  I nodi non c’entravano più quasi per niente, come pian piano la parola di Giandrea non contava più tra i Leoni.

  Sotto la spinta di Marcellino, e l’interesse per i nuovi problemi, la squadriglia co­minciava ad andare avanti senza di lui.

Ormai più nessuno l’accompagnava sotto casa e lo salutava (e sì che abitava lungo la strada degli altri).

  Fu così che al ritorno di una uscita di squadriglia fatta in bicicletta si trovò staccato da tutti.

  Accidenti! Non solo aveva bucato, ma gli avevano affibbiato anche la corda, che era servita per prendere l’acqua da bere nel pozzo naturale che era proprio in mezzo a quell’incantevole posto scoperto da lui 2, no, 3 anni prima, appena nominato Vice dei Leoni.

Arrancando sulla ripida salita, con a sinistra una parete di roccia ed a destra uno stra­piombo di 200 metri, cominciò seriamente a pensare di farla finita.

No! Cosa avete capito? Farla finita con gli scouts.

Segnarsi in qualche squadra di pallone..., magari di pallacanestro...

  In quel momento vide il guardrail infranto.

  Quella «124» che l’aveva su­perato in tromba 10 minuti prima stava ardendo come una fornace giù in fondo allo strapiombo.

  La luce del crepuscolo gli permise di individuare una forma umana priva di vita su una terrazzetta di roccia 8 metri sotto.

  Il    tecnico subentrò in lui:

bisognava far presto!  

Girò la corda intorno al pa­letto tondo in alluminio del guardrail, fece una discesa a corda doppia e si trovò sulla terrazzetta.

Reggendosi con una mano, e trovato qualche appiglio per i piedi, con l’altra fece un boli­na e lo passò sotto le ascelle dell'uomo.

Al bolina assicurò un grosso moschettone, vi passò dentro l’altro capo della corda e poi se lo legò attorno.

  Risalito in cima, ripassò il capo che aveva in mano attorno al paletto del guardrail, tagliò un pezzo di corda di 1,5 metri circa e legò il rimanente di nuovo intorno alla vita.

La parte tagliata la legò ad anello con un nodo del ponte e poi con un nodo prussik lo assicurò al tratto di corda tra sé ed il paletto, passò poi l’anello rimanente sotto le sue spalle e ridiscese sulla terrazzetta.

Aveva ideato un rudimentale sistema di carrucole, con lui per contrappeso, e per di più poteva, con il prussik, rimanere sempre accanto all’uomo per aiutarlo meglio nella salita.

La cosa più difficile fu il tirarlo sul piano stradale.

Poi, come l’ebbe sistemato a terra, volò con la sua bici a chiamare aiuto.

  Dopo l’intervento del 113 e della Croce Rossa, dopo le spiegazioni e le deposizioni varie, fu accompagnato a casa su un pulmino della Polizia.

  Arrivati, l’Appuntato, lasciando l’autista in macchina, l’aiutò a scaricare la bici e lo zaino, poi gli agguantò la mano e la strinse con forza tra le sue borbottando con voce burbera — Bravo ragazzo!.

Allora Giandrea si strappò la «pecetta» di Pennese dal braccio e mormorò tra sé: «O­ra che l’ho meritata veramente, non serve più portarla».

  Arrivò il giorno dell’adunanza di squadriglia.

  Giandrea non aveva ancora deciso e nel dubbio, scese le scale, aprì il portoncino e... vide i Leoni schierati e Marcellino che gli porgeva il guidone.

  Come in un sogno si ritrovò per strada con la squadriglia in fila indiana e poi in sede tutti attorno al tavolo.

Non era riuscito a spiccicare una parola, non sa sapeva cosa dire.

Ma Marcellino lo prevenne:

— Perché non cominciamo con i nodi? —

disegno di Adriano Perone, da "L'Esploratore"

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