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UNA SERA SOTTO LA LAMPADA

" Tu sei rientrato, Michele, da questa uscita di autunno, particolarmente stanco. ...Uff, è finita.

Eccoti a casa. Ti capisco. Hai consumato il tuo pasto. Non hai mai parlato. Di sottecchi tua madre, due o tre volte, t’ha guardato.

"Sei stanco, Michele, questa sera". " Ma niente affatto", hai risposto con malumore. In fretta sei entrato in camera tua. Finalmente hai finito di interpretare questo ruolo di giovane per bene. A me le mie pantofole e la poltrona e la pipa, più per desiderio di rivincita che per piacere, e questo romanzo idiota. Hai incominciato a leggere, ma non funziona. E poi sono ossessionanti queste teste di ragazzo che appaiono sulle pagine come una processione che non si può fermare. Appaiono e scompaiono. Tu rivedi le loro facce; hanno davvero l’aria di prendersi gioco di te.

La giornata è stata veramente catastrofica. I ragazzi, sinceramente, non si sono divertiti.. Hanno voluto più o meno ciò che tu volevi per essi. Ma ciò a stento. Nessun entusiasmo. E in più tu avevi l'impressione di essere al di fuori, di marciare accanto. Vale la pena di passare la giornata a far giocare dei ragazzini? La Missione, il servizio ai giovani, l'impegno della giovinezza.., essi se ne ridono! " E poi... Ma eccoti ancora con questi stupidi ragazzini. Va bene. Il mio romanzo... ".

La distensione riposante, un soffio di sangue ti ha fatto rizzare in piedi. Hai lanciato la pantofola al soffitto, come se volessi colpire un bersaglio e l’hai ripresa al volo. Poi hai fischiato un'aria di jazz tanto forte quasi da rompere i timpani. Eccoti di nuovo seduto, rilassato questa volta, davanti al tavolo. Hai aperto questo libro di contabilità amministrativa. Occorre farsi una posizione se ci si vuol sposare! E' strano come si provi dolcezza a pensare a ciò!

" Acc...! quando penso che avrei potuto lavorare almeno 5 ore oggi, invece di perdere il mio tempo con questi dannati ragazzini! Dopo tutto essi non sono niente per me. Mi prendono in giro. Cosa faranno in questo momento? Sono sicuro che non ce n’è uno che pensa al suo Caporiparto. Ed i loro genitori! Sono troppo contenti di avere una zucca come me per sbarazzarsene durante la giornata. L’educazione! per quello che ne capiscono loro!... ".

Sì, ma questa giornata? No, non è stata affatto buona. Ma che cosa bisognerebbe dunque fare per interessarli a qualche cosa, perché vibrino, perché si spezzino in due, così che si possa vedere il loro cuore!

Ciò che più ti ha infastidito è l’appartarsi di Piero e di Guido. Da quando hanno 15 o 16 anni accade spesso.

 Piero, al ritorno, ha abbandonato la sua squadriglia e ha impedito a Guido di dirigere la sua. "Avevano l’aria così idiota con i loro sottintesi e la loro falsa sottomissione: " Sì Capo" quando spazientito, dissi di raggiungere la loro squadriglia.

Ed eccoti con la testa fra le mani. Sembri una statuetta soprammobile, con la lampada che fa un cerchio sulla tua testa e sul libro di contabilità amministrativa.

Ma cos'è questa gioia che improvvisamente è entrata in te? Non starai certo commovendoti perché hai pensato ai tuoi scouts. Andiamo, fai il duro! Sei un uomo.

Tu non sai come sia avventato questo cambiamento. Hai sentito che c’è Qualcuno accanto a te. E ciò non assomiglia a nessuno dei piaceri che conosci. É questa la gioia? Tutto è calmo e c’è finalmente pace in te. Hai capito come Egli ti dice, con una specie di dolce rimprovero: " Perché non pensi mai di parlarmi di loro? lo li amo ancora di più di quanto tu li ami. Tu sai senza dubbio di volere il loro bene. Poco fa, quando il viso di Francesco è apparso sul tuo libro e tu non vedevi le parole, ciò che hai provato, è un po' quello che proverai quando sarai padre. Ma tu non mi tiri mai in ballo. Sei come il contadino che non vorrebbe seminare con il pretesto che, se io lo voglio, non ho bisogno di lui per far crescere le messi. Io mi sono legato a voi. Io sono il vostro prigioniero. Ci sono cose che io posso fare solo attraverso voi. Delle cose che io non posso dare se voi non me le chiedete". 

"Questo è strano Signore".

"No, non è strano. Vi ho preso terribilmente sul serio"

E' stato allora che tu hai detto: "Signore, è vero, mi preoccupo poco di domandare il tuo aiuto, di pensare ai miei ragazzi con Te, di pregarti. So bene, tuttavia, che io non posso far nulla senza di te. Ma sai, Signore, che cosa desidererei oltre il tuo aiuto? Desidererei conoscerti. Se io ti conoscessi mi sembra che ti amerei, che ti vorrei amare". E' stato allora che hai sentito dentro di te questa strana dolcezza. Non c'erano parole e tu comprendevi un rimprovero. 

"E del mio Vangelo, che cosa ne fai?".

La notte era inoltrata quando ti sei reso conto che avevi preso il Vangelo di San Giovanni. Non hai più potuto ricordarti se l'avevi letto.

Ciò che è sicuro è che hai pianto. C'era una traccia di lacrime su quella pagina ove stavi leggendo "Dio è amore".  

Ti sei domandato se dovevi coricarti. Avresti voluto trattenere quella Presenza. Eri solo, ma così calmo, con una gioia che scoppiettava come un po' d'acqua sul fuoco. Ti sei coricato per abitudine. "Ciò non è dei Santi!". Ci sono forse dei giorni come questo in cui i Santi non vanno a dormire. E poi, improvvisamente, hai avuto questa ispirazione luminosa

"Vado a dormire subito, la notte si sta accorciando e domani, scatto, corro a Messa, Lo ricevo... Egli mi darà il coraggio, e l'amore e io gli dirò che i ragazzini io li assisto, li amo, che io voglio dare così il mio tempo. Vorrei che mi rispondesse: 

"Mio piccolo Caporiparto, ci sono cose che senza di te, neppure io, posso fare per loro".

disegno di Francesco Guerrini

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